Adottabilità del minore: necessario appurare nell’attualità lo stato di abbandono

Non sufficiente, invece, il riferimento a valutazioni pregresse. Necessario anche tenere conto della positiva volontà di recupero del rapporto da parte dei genitori

Adottabilità del minore: necessario appurare nell’attualità lo stato di abbandono

Per una legittima dichiarazione di adottabilità del minore è necessario appurare lo stato di abbandono, effettuando però un riscontro attuale e concreto della situazione, basato su indagini ed approfondimenti riferiti alla situazione presente, e non passata, e tenendo conto, ovviamente, della positiva volontà di recupero del rapporto da parte dei genitori. Non sufficiente, invece, il riferimento a valutazioni pregresse.
Questi i chiarimenti forniti dai giudici (ordinanza numero 22949 del 9 agosto 2025 della Cassazione), chiamati a prendere in esame le obiezioni sollevate da una donna a fronte del dichiarato stato di adottabilità del figlio minore.
Nello specifico, la donna ha messo in dubbio lo stato di abbandono del figlio, stato utilizzato per legittimarne l’adottabilità.
Prima di esaminare la specifica situazione, i magistrati di Cassazione ribadiscono che lo stato di abbandono del minore ricorre allorquando i genitori non siano in grado di assicurargli quel minimo di cure materiali, di calore affettivo e di aiuto psicologico, indispensabili allo sviluppo e alla formazione della sua personalità, a patto che tale situazione non sia dovuta a motivi di carattere transitorio.
Non a caso, la normativa attribuisce carattere prioritario all’esigenza del minore di crescere nella propria famiglia di origine. Di tale esigenza è consentito il sacrificio solo in presenza di una situazione di carenza di cure materiali e morali, da parte dei genitori e degli stretti congiunti – ed a prescindere dalla imputabilità a costoro di detta situazione – tale da pregiudicare in modo grave e non temporaneo lo sviluppo e l’equilibrio psicofisico del minore stesso.
Detta valorizzazione del legame naturale rende necessario un particolare rigore nella valutazione della situazione di abbandono del minore, quale presupposto per la dichiarazione dello stato di adottabilità, finalizzata esclusivamente all’obiettivo della tutela dei suoi interessi. In particolare, siffatta valutazione non può discendere da un mero apprezzamento circa la inidoneità dei genitori (o congiunti) del minore, cui non si accompagni l’ulteriore, positivo accertamento che tale inidoneità abbia provocato, o possa provocare, danni gravi ed irreversibili alla equilibrata crescita del minore, dovendo, invece, la valutazione necessariamente basarsi su di una reale, obiettiva situazione esistente in atto, nella quale soltanto vanno individuate, e rigorosamente accertate e provate, le gravi ragioni che, impedendo al nucleo familiare di origine di garantire una normale crescita e adeguati riferimenti educativi, al minore, ne giustifichino la sottrazione allo stesso nucleo familiare.
Non è pertanto sufficiente ad integrare lo stato di abbandono la presenza di deficit o malattie mentali, anche permanenti, o comportamenti patologici dei genitori, essendo necessario accertare che tali condizioni compromettano la capacità di allevare ed educare i figli, verificando a tal fine l’esistenza, in concreto e nell’attualità, di comportamenti pregiudizievoli per la crescita equilibrata e serena della prole, tenendo anche conto della positiva volontà dei genitori di recuperare il rapporto con i figli.
Ragionando in questa ottica, è evidente l’errore compiuto in Appello, laddove si è affermata l’esistenza di uno stato di trascuratezza costante, ripetuta e tale da provocare pregiudizio al minore, ma lo si è fatto sulla base di valutazioni pregresse, senza alcuna indicazione di ragioni concrete e attuali, fermandosi alla rappresentazione della situazione così come operata in primo grado, senza neppure spiegare, osservano i magistrati di Cassazione, per quale ragione è preferibile recidere radicalmente i rapporti del minore con la madre invece di accompagnare quest’ultima nell’avviato percorso di recupero di adeguate capacità genitoriali.

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