Discriminatorio affidare mansioni non adeguate al lavoratore diversamente abile
Il lavoratore aveva ottenuto l’annullamento del licenziamento ma si era visto reintegrare con mansioni non corrispondenti alle sue condizioni fisiche e alla sua professionalità
Discriminatoria la condotta tenuta dall’azienda che ha sì reintegrato il dipendente diversamente abile ma gli ha assegnato mansioni non adatte alla sua condizione fisica e alla sua professionalità. Nel caso preso in esame dai giudici il lavoratore, ottenuto l’annullamento del licenziamento comunicatogli dall’azienda per superamento del periodo di comporto, si è visto reintegrato ma con mansioni da lui ritenute non adeguate. I giudici hanno ritenuto legittime le perplessità manifestate dal lavoratore e hanno riconosciuto la condotta discriminatoria dell’azienda che aveva adibito il dipendente, a seguito del provvedimento di reintegra, a mansioni inferiori rispetto al suo inquadramento e, secondo i giudici, lesive della sua dignità professionale. A inchiodare il datore di lavoro è stato, secondo i giudici, il non avere dato prova di avere compiuto uno sforzo adeguato nel reinserimento del dipendente, sforzo che si sarebbe potuto concretizzare nel proporre al dipendente una mansione alternativa, adatta alla sua professionalità e diversa da quella per la quale era stato ritenuto inidoneo. (Sentenza del 9 febbraio 2023 del Tribunale di Lecco)